In algebra lineare, il determinante di una matrice quadrata è un numero che descrive alcune proprietà algebriche e geometriche della matrice. Si tratta di un potente strumento usato in vari settori della matematica, ad esempio nello studio dei sistemi di equazioni lineari, nel calcolo infinitesimale a più dimensioni (ad esempio nello Jacobiano), nel calcolo tensoriale, nella geometria differenziale, o nella teoria combinatoria.

Il significato geometrico principale del determinante si ottiene interpretando la matrice quadrata A {\displaystyle A} di ordine n {\displaystyle n} come trasformazione lineare di uno spazio vettoriale a n {\displaystyle n} dimensioni: con questa interpretazione, il valore assoluto di det ( A ) {\displaystyle \det(A)} è il fattore con cui vengono modificati i volumi degli oggetti contenuti nello spazio (anche se ciò è improprio senza considerare il significato di misura). Se è diverso da zero, il segno del determinante indica inoltre se la trasformazione A {\displaystyle A} preserva o cambia l'orientazione dello spazio rispetto agli assi di riferimento.

Esso viene generalmente indicato con det ( A ) {\displaystyle \det(A)} e, a volte, con | A | {\displaystyle |A|} . Quest'ultima notazione è più compatta, ma anche più ambigua, in quanto utilizzata talvolta per descrivere una norma della matrice.

Definizione

Il determinante di una matrice 2 × 2 è pari a:

det ( a b c d ) = a d b c . {\displaystyle \det {\begin{pmatrix}a&b\\c&d\end{pmatrix}}=ad-bc.}

Per definire il determinante di una generica matrice quadrata n × n {\displaystyle n\times n} si possono seguire due approcci: quello assiomatico, che definisce il determinante come l'unica quantità che soddisfa alcuni assiomi, e quello costruttivo tramite una formula esplicita. Esistono poi vari metodi di calcolo che risultano più agevoli a seconda del contesto.

Definizione tramite assiomi

Sia K n × n {\displaystyle K^{n\times n}} lo spazio vettoriale delle matrici quadrate n × n {\displaystyle n\times n} a valori nel campo K {\displaystyle K} (ad esempio, il campo dei numeri reali o complessi).

Il determinante è l'unica funzione det : K n × n K {\displaystyle \det \colon K^{n\times n}\to K} avente le proprietà seguenti:

  • det I = 1 {\displaystyle \det I=1} dove la matrice I {\displaystyle I} è la matrice identità di ordine n {\displaystyle n} .
  • Si comporta nel modo seguente rispetto all'algoritmo di Gauss-Jordan:
    • se B {\displaystyle B} è ottenuta scambiando due righe o due colonne di A {\displaystyle A} , allora det B = det A ; {\displaystyle \det B=-\det A;}
    • se B {\displaystyle B} è ottenuta moltiplicando una riga o una colonna di A {\displaystyle A} per k K {\displaystyle k\in K} , allora det B = k det A ; {\displaystyle \det B=k\det A;}
    • se B {\displaystyle B} è ottenuta sommando un multiplo di una riga o di una colonna rispettivamente di A {\displaystyle A} a un'altra, allora det B = det A . {\displaystyle \det B=\det A.}

Le proprietà elencate hanno un significato geometrico: sono le proprietà che deve verificare una funzione il cui valore assoluto è il volume del poliedro individuato dai vettori riga della matrice B {\displaystyle B} e il cui segno è positivo se e solo se tali vettori sono equiorientati alla base canonica.

Definizione costruttiva

Il determinante di una matrice A n × n {\displaystyle A_{n\times n}} può essere definito in un modo più costruttivo, tramite la formula di Leibniz:

det ( A ) := σ S n sgn ( σ ) i = 1 n a i , σ ( i ) . {\displaystyle \det(A):=\sum _{\sigma \in S_{n}}\operatorname {sgn}(\sigma )\prod _{i=1}^{n}a_{i,\sigma (i)}.}

Nella formula, S n {\displaystyle S_{n}} è l'insieme di tutte le permutazioni σ {\displaystyle \sigma } dell'insieme numerico { 1 , 2 , , n } {\displaystyle \{1,2,\ldots ,n\}} , sgn ( σ ) {\displaystyle \operatorname {sgn}(\sigma )} denota il segno della permutazione ( 1 {\displaystyle 1} se σ {\displaystyle \sigma } è una permutazione pari, 1 {\displaystyle -1} se è dispari) e σ ( i ) {\displaystyle \sigma (i)} indica l' i {\displaystyle i} -esimo elemento della permutazione.

Da questa formula si vede che il numero di elementi della sommatoria è uguale a n ! {\displaystyle n!} (la cardinalità di S n {\displaystyle S_{n}} ).

Per esempio, il determinante di una matrice 3 × 3 {\displaystyle 3\times 3} (cioè n = 3 {\displaystyle n=3} ) è

σ S n sgn ( σ ) i = 1 n a i , σ i = sgn ( [ 1 , 2 , 3 ] ) i = 1 n a i , [ 1 , 2 , 3 ] i sgn ( [ 1 , 3 , 2 ] ) i = 1 n a i , [ 1 , 3 , 2 ] i sgn ( [ 2 , 1 , 3 ] ) i = 1 n a i , [ 2 , 1 , 3 ] i sgn ( [ 2 , 3 , 1 ] ) i = 1 n a i , [ 2 , 3 , 1 ] i sgn ( [ 3 , 1 , 2 ] ) i = 1 n a i , [ 3 , 1 , 2 ] i sgn ( [ 3 , 2 , 1 ] ) i = 1 n a i , [ 3 , 2 , 1 ] i = i = 1 n a i , [ 1 , 2 , 3 ] i i = 1 n a i , [ 1 , 3 , 2 ] i i = 1 n a i , [ 2 , 1 , 3 ] i i = 1 n a i , [ 2 , 3 , 1 ] i i = 1 n a i , [ 3 , 1 , 2 ] i i = 1 n a i , [ 3 , 2 , 1 ] i = a 1 , 1 a 2 , 2 a 3 , 3 a 1 , 1 a 2 , 3 a 3 , 2 a 1 , 2 a 2 , 1 a 3 , 3 a 1 , 2 a 2 , 3 a 3 , 1 a 1 , 3 a 2 , 1 a 3 , 2 a 1 , 3 a 2 , 2 a 3 , 1 . {\displaystyle {\begin{aligned}\sum _{\sigma \in S_{n}}\operatorname {sgn}(\sigma )\prod _{i=1}^{n}a_{i,\sigma _{i}}&=\operatorname {sgn}([1,2,3])\prod _{i=1}^{n}a_{i,[1,2,3]_{i}} \operatorname {sgn}([1,3,2])\prod _{i=1}^{n}a_{i,[1,3,2]_{i}} \operatorname {sgn}([2,1,3])\prod _{i=1}^{n}a_{i,[2,1,3]_{i}} \operatorname {sgn}([2,3,1])\prod _{i=1}^{n}a_{i,[2,3,1]_{i}} \operatorname {sgn}([3,1,2])\prod _{i=1}^{n}a_{i,[3,1,2]_{i}} \operatorname {sgn}([3,2,1])\prod _{i=1}^{n}a_{i,[3,2,1]_{i}}\\&=\prod _{i=1}^{n}a_{i,[1,2,3]_{i}}-\prod _{i=1}^{n}a_{i,[1,3,2]_{i}}-\prod _{i=1}^{n}a_{i,[2,1,3]_{i}} \prod _{i=1}^{n}a_{i,[2,3,1]_{i}} \prod _{i=1}^{n}a_{i,[3,1,2]_{i}}-\prod _{i=1}^{n}a_{i,[3,2,1]_{i}}\\&=a_{1,1}a_{2,2}a_{3,3}-a_{1,1}a_{2,3}a_{3,2}-a_{1,2}a_{2,1}a_{3,3} a_{1,2}a_{2,3}a_{3,1} a_{1,3}a_{2,1}a_{3,2}-a_{1,3}a_{2,2}a_{3,1}.\end{aligned}}}

In particolare:

  • Se n = 1 {\displaystyle n=1} , il determinante di A {\displaystyle A} è semplicemente:
det ( A ) := a 1 , 1 . {\displaystyle \det(A):=a_{1,1}.}
  • Se n = 2 {\displaystyle n=2} , si ottiene la formula già vista:
det ( A ) := a 1 , 1 a 2 , 2 a 2 , 1 a 1 , 2 . {\displaystyle \det(A):=a_{1,1}a_{2,2}-a_{2,1}a_{1,2}.}
  • Se n = 3 {\displaystyle n=3} , si ottiene:
det ( A ) := a 1 , 1 a 2 , 2 a 3 , 3 a 1 , 3 a 2 , 1 a 3 , 2 a 1 , 2 a 2 , 3 a 3 , 1 a 1 , 3 a 2 , 2 a 3 , 1 a 1 , 1 a 2 , 3 a 3 , 2 a 1 , 2 a 2 , 1 a 3 , 3 . {\displaystyle \det(A):=a_{1,1}a_{2,2}a_{3,3} a_{1,3}a_{2,1}a_{3,2} a_{1,2}a_{2,3}a_{3,1}-a_{1,3}a_{2,2}a_{3,1}-a_{1,1}a_{2,3}a_{3,2}-a_{1,2}a_{2,1}a_{3,3}.}

Quest'ultima formula può essere memorizzata tramite la regola di Sarrus (che non è però estendibile ai casi n > 3 {\displaystyle n>3} ).

La complessità della definizione costruttiva (comprese la generazione delle permutazioni) è elevata:

n ! ( 2 n 1 ) = O ( N N ! ) . {\displaystyle n!\cdot (2n 1)=O(N\cdot N!).}

Metodi di calcolo

La definizione costruttiva del determinante è spesso complicata da usare per un calcolo concreto, perché si basa su una somma di ben n ! {\displaystyle n!} addendi. Esistono altri algoritmi che consentono di calcolare il determinante più facilmente. Ciascun metodo ha una efficienza variabile, dipendente dalla grandezza della matrice e dalla presenza di zeri.

Matrici quadrate di ordine 2

Il determinante di una matrice 2 × 2 è:

det ( a b c d ) := a d b c . {\displaystyle \det {\begin{pmatrix}a&b\\c&d\end{pmatrix}}:=ad-bc.}

Il valore assoluto di questa espressione è uguale all'area del parallelogramma con vertici in ( 0 , 0 ) , ( a , c ) , ( b , d ) {\displaystyle (0,0),(a,c),(b,d)} e ( a b , c d ) {\displaystyle (a b,c d)} . Il segno del determinante (se diverso da zero) dipende invece dall'ordine ciclico con cui compaiono i vertici del parallelogramma (il segno è negativo se il parallelogramma è stato "ribaltato", e positivo altrimenti).

Come spiegato più sotto, questa proprietà geometrica si estende anche in dimensioni maggiori di 2: il determinante di una matrice 3 × 3 {\displaystyle 3\times 3} è ad esempio il volume del poliedro i cui vertici si ricavano dalle colonne della matrice con lo stesso procedimento visto.

Matrici quadrate di ordine 3

Il determinante di una matrice 3 × 3 è:

det ( a b c d e f g h i ) = a e i b f g c d h g e c h f a i d b . {\displaystyle \det {\begin{pmatrix}a&b&c\\d&e&f\\g&h&i\end{pmatrix}}=aei bfg cdh-gec-hfa-idb.}

Un metodo mnemonico per ricordare questa formula, espresso dalla regola di Sarrus (questo metodo non si estende a matrici più grandi), prevede di calcolare i prodotti dei termini sulle diagonali "continue". Ripetendo a destra della matrice le sue prime due colonne:

( a b c d e f g h i ) a b d e g h {\displaystyle {\begin{pmatrix}a&b&c\\d&e&f\\g&h&i\end{pmatrix}}{\begin{matrix}a&b\\d&e\\g&h\end{matrix}}}

I prodotti delle componenti sulle 3 "diagonali" che partono dall'alto a sinistra (diagonali principali) sono a e i {\displaystyle aei} , b f g {\displaystyle bfg} e c d h {\displaystyle cdh} , mentre sulle 3 "diagonali" che partono dal basso a sinistra (diagonali secondarie) si trovano g e c {\displaystyle gec} , h f a {\displaystyle hfa} , i d b {\displaystyle idb} . Il determinante della matrice è esattamente la differenza tra la somma dei primi tre termini ( a e i b f g c d h ) {\displaystyle (aei bfg cdh)} e la somma degli ultimi tre ( g e c h f a i d b ) {\displaystyle (gec hfa idb)} .

Notare che il valore del determinante equivale in questo caso al prodotto misto tra i vettori:

( a d g ) , ( b e h ) , ( c f i ) . {\displaystyle {\begin{pmatrix}a\\d\\g\end{pmatrix}},\quad {\begin{pmatrix}b\\e\\h\end{pmatrix}},\quad {\begin{pmatrix}c\\f\\i\end{pmatrix}}.}

e il suo valore assoluto è uguale al volume del parallelepipedo che ha i tre vettori come spigoli.

Sviluppo di Laplace

Lo sviluppo di Laplace è un metodo di calcolo del determinante, che risulta efficiente solo per matrici molto piccole o contenenti un gran numero di zeri. Si procede scegliendo una riga, la i {\displaystyle i} -esima, tramite la formula:

det ( A ) = j = 1 n   a i , j C i , j , {\displaystyle \det(A)=\sum _{j=1}^{n}\ a_{i,j}C_{i,j},}

dove C i , j {\displaystyle C_{i,j}} è il complemento algebrico della coppia ( i , j ) {\displaystyle (i,j)} , cioè C i , j {\displaystyle C_{i,j}} è data da ( 1 ) i j {\displaystyle (-1)^{i j}} per il determinante (minore) di ordine n 1 {\displaystyle n-1} ottenuto dalla matrice A {\displaystyle A} eliminando la riga i {\displaystyle i} -esima e la colonna j {\displaystyle j} -esima.

Esiste uno sviluppo analogo anche lungo la j {\displaystyle j} -esima colonna.

Algoritmo di Gauss

La definizione assiomatica fornisce un altro utile strumento di calcolo del determinante, che si basa su questi due principi:

  • Il determinante di una matrice triangolare è semplicemente il prodotto degli elementi sulla diagonale, cioè:
det ( A ) = i = 1 n a i i . {\displaystyle \det(A)=\prod _{i=1}^{n}a_{ii}.}
  • Usando l'algoritmo di Gauss, è possibile trasformare ogni matrice in una matrice triangolare attraverso operazioni elementari su righe e colonne della stessa ; il cui effetto sul determinante è prescritto dagli assiomi.

Esempio

Supponiamo di voler calcolare il determinante di:

A = ( 2 2 3 1 1 3 2 0 1 ) . {\displaystyle A={\begin{pmatrix}-2&2&-3\\-1&1&3\\2&0&-1\end{pmatrix}}.}

Si può procedere direttamente tramite la definizione costruttiva:

det ( A ) = ( 2 ) 1 ( 1 ) ( 3 ) 0 ( 1 ) 2 3 2 ( 3 ) 1 2 ( 2 ) 3 0 2 ( 1 ) ( 1 ) = 2 0 12 ( 6 ) 0 2 = 18. {\displaystyle {\begin{aligned}\det(A)&=(-2)\cdot 1\cdot (-1) (-3)\cdot 0\cdot (-1) 2\cdot 3\cdot 2-(-3)\cdot 1\cdot 2-(-2)\cdot 3\cdot 0-2\cdot (-1)\cdot (-1)\\&=2 0 12-(-6)-0-2=18.\end{aligned}}}

Alternativamente si può utilizzare lo sviluppo di Laplace secondo una riga o una colonna. Conviene scegliere una riga o una colonna con molti zeri, in modo da ridurre gli addendi dello sviluppo; nel nostro caso sviluppiamo secondo la seconda colonna:

det ( A ) = ( 1 ) 1 2 2 det ( 1 3 2 1 ) ( 1 ) 2 2 1 det ( 2 3 2 1 ) = ( 2 ) ( ( 1 ) ( 1 ) 2 3 ) 1 ( ( 2 ) ( 1 ) 2 ( 3 ) ) = ( 2 ) ( 5 ) 8 = 18. {\displaystyle {\begin{aligned}\det(A)&=(-1)^{1 2}\cdot 2\cdot \det {\begin{pmatrix}-1&3\\2&-1\end{pmatrix}} (-1)^{2 2}\cdot 1\cdot \det {\begin{pmatrix}-2&-3\\2&-1\end{pmatrix}}\\&=(-2)\cdot ((-1)\cdot (-1)-2\cdot 3) 1\cdot ((-2)\cdot (-1)-2\cdot (-3))=(-2)(-5) 8=18.\end{aligned}}}

Lo sviluppo di Laplace può essere combinato con alcune mosse di Gauss. Ad esempio qui risulta particolarmente vantaggioso sommare la seconda colonna alla prima:

( 0 2 3 0 1 3 2 0 1 ) . {\displaystyle {\begin{pmatrix}0&2&-3\\0&1&3\\2&0&-1\end{pmatrix}}.}

Questa mossa non cambia il determinante. Sviluppando lungo la prima colonna si ottiene quindi ancora:

det ( A ) = ( 1 ) 3 1 2 det ( 2 3 1 3 ) = 2 ( 2 3 1 ( 3 ) ) = 2 9 = 18. {\displaystyle \det(A)=(-1)^{3 1}\cdot 2\cdot \det {\begin{pmatrix}2&-3\\1&3\end{pmatrix}}=2\cdot (2\cdot 3-1\cdot (-3))=2\cdot 9=18.}

Proprietà

Proprietà elementari

Dalle proprietà elencate nella definizione assiomatica, è facile dedurre che:

  • Se tutti gli elementi di una riga (o colonna) sono nulli, allora det ( A ) = 0. {\displaystyle \det(A)=0.}
  • Se A {\displaystyle A} ha due righe (o colonne) eguali, o proporzionali, allora det ( A ) = 0. {\displaystyle \det(A)=0.}
  • Se una riga (o colonna) è combinazione lineare di due o più altre righe (o colonne) a essa parallele, allora det ( A ) = 0. {\displaystyle \det(A)=0.}
  • Se A {\displaystyle A} viene modificata tramite mosse di Gauss sulle colonne (invece che sulle righe), l'effetto è sempre quello descritto nella definizione assiomatica.
  • In particolare, scambiando tra di loro due righe o due colonne il determinante cambia segno, restando uguale in valore assoluto. Ne consegue che un numero pari di scambi non varia né il segno né il modulo del determinante.
  • Se una riga (o una colonna) è somma di due righe (o colonne), det ( A ) {\displaystyle \det(A)} è la somma dei due determinanti che si ottengono sostituendo a quella riga (o colonna) rispettivamente le due righe (o colonne) di cui è somma.

Moltiplicazione di matrici

Il determinante è una funzione moltiplicativa, nel senso che vale il teorema di Binet:

det ( A B ) = det ( A ) det ( B ) . {\displaystyle \det(AB)=\det(A)\det(B).}

Una matrice quadrata A {\displaystyle A} con valori in un campo K {\displaystyle K} è invertibile se e solo se det ( A ) 0 {\displaystyle \det(A)\neq 0} . In caso affermativo vale l'uguaglianza:

det ( A 1 ) = det ( A ) 1 . {\displaystyle \det(A^{-1})=\det(A)^{-1}.}

Le proprietà appena elencate mostrano che l'applicazione:

det : G L n ( K ) K {\displaystyle \det \colon \mathrm {GL} _{n}(K)\to K^{*}}

dal gruppo generale lineare negli elementi non nulli di K {\displaystyle K} è un omomorfismo di gruppi.

Come conseguenza del teorema di Binet, è facile verificare che det ( r A ) = r n det ( A ) {\displaystyle \det(rA)=r^{n}\det(A)} , dove r {\displaystyle r} è uno scalare. Infatti, se I {\displaystyle I} è la matrice identità di tipo n × n {\displaystyle n\times n} , poiché det ( r I ) = r n {\displaystyle \det(rI)=r^{n}} , si ha:

det ( r A ) = det ( r I A ) = r n det ( A ) . {\displaystyle \det(rA)=\det(rI\cdot A)=r^{n}\det(A).}

Trasposte, matrici simili

Una matrice e la sua trasposta hanno lo stesso determinante:

det ( A ) = det ( A T ) . {\displaystyle \det(A)=\det(A^{T}).}

Se A {\displaystyle A} e B {\displaystyle B} sono simili (cioè esiste una matrice invertibile X {\displaystyle X} tale che A = X 1 B X {\displaystyle A=X^{-1}BX} ) allora per il teorema di Binet det ( A ) = det ( B ) {\displaystyle \det(A)=\det(B)}

Questo significa che il determinante è un invariante per similitudine. Da questo segue che il determinante di una trasformazione lineare f : V V {\displaystyle f\colon V\to V} è ben definito (non dipende dalla scelta di una base per lo spazio vettoriale V {\displaystyle V} ).

D'altra parte, esistono matrici con lo stesso determinante che non sono simili.

Nel campo dei numeri reali, il segno del determinante è anche invariante per congruenza.

Autovalori

Il determinante di una matrice triangolare è il prodotto degli elementi nella diagonale.

Se A {\displaystyle A} è di tipo n × n {\displaystyle n\times n} con valori reali o complessi e ha tutti gli autovalori λ 1 , , λ n {\displaystyle \lambda _{1},\ldots ,\lambda _{n}} nel campo (contati con molteplicità), allora:

det ( A ) = λ 1 λ 2 λ n . {\displaystyle \det(A)=\lambda _{1}\lambda _{2}\cdots \lambda _{n}.}

Questa uguaglianza segue dal fatto che A {\displaystyle A} è sempre simile alla sua forma normale di Jordan, che è una matrice triangolare superiore con gli autovalori sulla diagonale principale.

Dal collegamento fra determinante e autovalori si può derivare una relazione fra la funzione traccia, la funzione esponenziale e il determinante:

det ( e A ) = e tr ( A ) . {\displaystyle \det(e^{A})=e^{\operatorname {tr} (A)}.}

Derivata

Il determinante può considerarsi una funzione polinomiale:

det : R n × n R , {\displaystyle \det \colon \mathbb {R} ^{n\times n}\to \mathbb {R} ,}

quindi essa è differenziabile rispetto a ogni variabile corrispondente al valore che può assumere in una casella e per qualunque suo valore. Il suo differenziale può essere espresso mediante la formula di Jacobi:

d det ( A ) = tr ( c o f T ( A ) d A ) , {\displaystyle d\det(A)=\operatorname {tr} (\operatorname {cof^{T}} (A)dA),}

dove c o f T ( A ) {\displaystyle \operatorname {cof^{T}} (A)} denota la trasposta della matrice dei cofattori (detta anche dei complementi algebrici) di A {\displaystyle A} , mentre tr ( A ) {\displaystyle \operatorname {tr} (A)} ne denota la traccia. In particolare, se A {\displaystyle A} è invertibile si ha:

d det ( A ) = det ( A ) tr ( A 1 d A ) , {\displaystyle d\det(A)=\det(A)\operatorname {tr} (A^{-1}dA),}

o, più colloquialmente, se i valori della matrice X {\displaystyle X} sono sufficientemente piccoli:

det ( A X ) det ( A ) det ( A ) tr ( A 1 X ) . {\displaystyle \det(A X)-\det(A)\approx \det(A)\operatorname {tr} (A^{-1}X).}

Il caso particolare di A {\displaystyle A} coincidente con la matrice identità I {\displaystyle I} comporta:

det ( I X ) 1 tr ( X ) . {\displaystyle \det(I X)\approx 1 \operatorname {tr} (X).}

Applicazioni

Sistemi lineari

Il determinante è utile a calcolare il rango di una matrice e quindi a determinare se un sistema di equazioni lineari ha soluzione, tramite il teorema di Rouché-Capelli. Quando il sistema ha una sola soluzione, questa può essere esplicitata usando il determinante, mediante la regola di Cramer.

Matrici e trasformazioni invertibili

Una matrice è detta singolare se ha determinante nullo. Una matrice singolare non è mai invertibile, e se è definita su un campo vale anche l'inverso: una matrice non singolare è sempre invertibile.

Una trasformazione lineare del piano, dello spazio, o più in generale di uno spazio euclideo o vettoriale (di dimensione finita) f : V V {\displaystyle f\colon V\to V} è rappresentata (dopo aver scelto una base) da una matrice quadrata A . {\displaystyle A.} Il determinante è una quantità che non dipende dalla base scelta, e quindi solo dalla funzione f {\displaystyle f} : si può quindi parlare di determinante di f {\displaystyle f} , che si indica con det ( f ) {\displaystyle \det(f)} .

Le seguenti affermazioni su f {\displaystyle f} sono equivalenti:

f {\displaystyle f} è una corrispondenza biunivoca {\displaystyle \Leftrightarrow } f {\displaystyle f} è un isomorfismo {\displaystyle \Leftrightarrow } f {\displaystyle f} è iniettiva {\displaystyle \Leftrightarrow } f {\displaystyle f} è suriettiva {\displaystyle \Leftrightarrow } det ( A ) = det ( f ) 0. {\displaystyle \det(A)=\det(f)\neq 0.}

Quindi ciascuna di queste affermazioni equivalenti è vera se e solo se il determinante non è zero.

Autovalori e autovettori

Il determinante consente di trovare gli autovalori di una matrice quadrata A {\displaystyle A} mediante il suo polinomio caratteristico:

p ( x ) = det ( A x I ) , {\displaystyle p(x)=\det(A-xI),}

dove I {\displaystyle I} è la matrice identità avente stesso ordine di A . {\displaystyle A.}

Basi, sistemi di riferimento

Dati n {\displaystyle n} vettori nello spazio euclideo R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} , sia A {\displaystyle A} la matrice avente come colonne questi vettori. Le seguenti affermazioni sono equivalenti:

i vettori sono indipendenti {\displaystyle \Leftrightarrow } i vettori generano R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} {\displaystyle \Leftrightarrow } i vettori formano una base {\displaystyle \Leftrightarrow } det ( A ) 0. {\displaystyle \det(A)\neq 0.}

Se gli n {\displaystyle n} vettori formano una base, allora il segno di det ( A ) {\displaystyle \det(A)} determina l'orientazione della base: se positivo, la base forma un sistema di riferimento destrorso, mentre se è negativo si parla di sistema di riferimento sinistrorso (in analogia con la regola della mano destra).

Volumi

Il valore assoluto | det A | {\displaystyle |\det A|} del determinante è uguale al volume del parallelepipedo sotteso dai vettori dati dalle colonne di A {\displaystyle A} (il parallelepipedo è in realtà un parallelogramma se n = 2 {\displaystyle n=2} , e un solido di dimensione n {\displaystyle n} in generale). Più in generale, data una trasformazione lineare:

f : R n R n {\displaystyle f\colon \mathbb {R} ^{n}\rightarrow \mathbb {R} ^{n}}

rappresentata da una matrice A {\displaystyle A} , e un qualsiasi sottoinsieme S {\displaystyle S} di R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} misurabile secondo Lebesgue, il volume dell'immagine f ( S ) {\displaystyle f(S)} è dato da:

| det ( A ) | volume ( S ) . {\displaystyle \left|\det(A)\right|\cdot \operatorname {volume} (S).}

Ancora più in generale, se la trasformazione lineare f : R n R m {\displaystyle f\colon \mathbb {R} ^{n}\rightarrow \mathbb {R} ^{m}} è rappresentata da una matrice A {\displaystyle A} di tipo m × n {\displaystyle m\times n} e S {\displaystyle S} è un sottoinsieme di R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} misurabile secondo Lebesgue, allora il volume di f ( S ) {\displaystyle f(S)} è dato da:

det ( A T A ) volume ( S ) . {\displaystyle {\sqrt {\det(A^{T}A)}}\cdot \operatorname {volume} (S).}

Generalizzazioni

Pfaffiano

Lo pfaffiano è un analogo del determinante per matrici antisimmetriche di tipo 2 n × 2 n . {\displaystyle 2n\times 2n.} Si tratta di un polinomio di grado n {\displaystyle n} il cui quadrato è uguale al determinante della matrice.

Infinite dimensioni

Per gli spazi a infinite dimensioni non si trova alcuna generalizzazione dei determinanti e della nozione di volume. Sono possibili svariati approcci, inclusa la utilizzazione dell'estensione della traccia di una matrice.

Determinante di un endomorfismo

Se V {\displaystyle V} è uno spazio vettoriale di dimensione finita n {\displaystyle n} sul campo K , {\displaystyle \mathbb {K} ,} allora è possibile definire il determinante di un endomorfismo f : V V {\displaystyle f\colon V\to V} direttamente, senza fare ricorso a una base di V {\displaystyle V} . Sia Λ n ( V ) {\displaystyle \Lambda ^{n}(V)} lo spazio vettoriale degli n {\displaystyle n-} vettori di V {\displaystyle V} . Consideriamo l'endomorfismo T f {\displaystyle T_{f}} di Λ n ( V ) {\displaystyle \Lambda ^{n}(V)} definito di modo che:

T f ( x 1 x 2 x n ) = f ( x 1 ) f ( x 2 ) f ( x n ) , {\displaystyle T_{f}(x_{1}\wedge x_{2}\wedge \cdots \wedge x_{n})=f(x_{1})\wedge f(x_{2})\wedge \cdots \wedge f(x_{n}),}

per ogni x 1 , x 2 , , x n V {\displaystyle x_{1},x_{2},\ldots ,x_{n}\in V} , ed esteso per linearità a tutto Λ n ( V ) {\displaystyle \Lambda ^{n}(V)} . Poiché Λ n ( V ) {\displaystyle \Lambda ^{n}(V)} ha dimensione uguale a 1 risulta che T f {\displaystyle T_{f}} altro non è che la moltiplicazione per uno scalare. Quindi possiamo definire il determinante di f {\displaystyle f} attraverso l'equazione:

f ( x 1 ) f ( x 2 ) f ( x n ) = det ( f ) ( x 1 x 2 x n ) , {\displaystyle f(x_{1})\wedge f(x_{2})\wedge \cdots \wedge f(x_{n})=\det(f)(x_{1}\wedge x_{2}\wedge \cdots \wedge x_{n}),}

per ogni x 1 , x 2 , , x n V {\displaystyle x_{1},x_{2},\ldots ,x_{n}\in V} . A questo punto seguono tutte le proprietà del determinante, in particolare è immediato che det ( id ) = 1 {\displaystyle \det(\operatorname {id} )=1} dove id {\displaystyle \operatorname {id} } è l'endomorfismo identità di V {\displaystyle V} . Se g {\displaystyle g} è un altro endomorfismo di V , {\displaystyle V,} allora:

det ( g f ) ( x 1 x 2 x n ) = ( g f ) ( x 1 ) ( g f ) ( x 2 ) ( g f ) ( x n ) = det ( g ) ( f ( x 1 ) f ( x 2 ) f ( x n ) ) = det ( f ) det ( g ) ( x 1 x 2 x n ) , {\displaystyle {\begin{aligned}\det(g\circ f)(x_{1}\wedge x_{2}\wedge \cdots \wedge x_{n})&=(g\circ f)(x_{1})\wedge (g\circ f)(x_{2})\wedge \cdots \wedge (g\circ f)(x_{n})\\&=\det(g)(f(x_{1})\wedge f(x_{2})\wedge \cdots \wedge f(x_{n}))=\det(f)\det(g)(x_{1}\wedge x_{2}\wedge \cdots \wedge x_{n}),\end{aligned}}}

da cui det ( g f ) = det ( g ) det ( f ) {\displaystyle \det(g\circ f)=\det(g)\det(f)} . Se f {\displaystyle f} non è un isomorfismo allora l'immagine di f {\displaystyle f} ha dimensione strettamente minore di n {\displaystyle n} e quindi f ( x 1 ) , f ( x 2 ) , , f ( x n ) {\displaystyle f(x_{1}),f(x_{2}),\ldots ,f(x_{n})} sono sicuramente linearmente dipendenti, essendo che {\displaystyle \wedge } è una forma multilineare alternante segue che f ( x 1 ) f ( x 2 ) f ( x n ) = 0 {\displaystyle f(x_{1})\wedge f(x_{2})\wedge \cdots \wedge f(x_{n})=0} e quindi det ( f ) = 0 {\displaystyle \det(f)=0} . Si verifica che fissata una base su V {\displaystyle V} il determinante della matrice associata a f {\displaystyle f} rispetto a tale base coincide con il determinante di f {\displaystyle f} .

Storia

Note

Bibliografia

  • (EN) Andrews, G. E. and Burge, W. H. Determinant Identities. Pacific J. Math. 158, 1-14, 1993.
  • (EN) Arfken, G. "Determinants." §4.1 in Mathematical Methods for Physicists, 3rd ed. Orlando, FL: Academic Press, pp. 168–176, 1985.
  • (EN) Brenner, J. and Cummings, L. The Hadamard Maximum Determinant Problem. Amer. Math. Monthly 79, 626-630, 1972.
  • Ernesto Pascal I determinanti: teoria ed applicazioni. Con tutte le più recenti ricerche (Milano: U. Hoepli, 1897)
  • Francesco Caldarera Trattato dei determinanti, in UniPI - Biblioteca Matematica Informatica Fisica (Palermo: Virzì, 1913)
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  • (FR) R. Baltzer, Théorie et applications des déterminants, avec l'indication des sources originales; traduit de l'allemand par J. Hoüel, Parigi, Mallet-Bachelier, 1861. URL consultato il 25 luglio 2021.
  • (EN) Charles Dodgson An elementary treatise on determinants, with their application to simultaneous linear equations and algebraical geometry (Oxford: University Press, 1867)
  • (EN) R. F. Scott e G. B. Matthews The theory of determinants and their applications (Cambridge: University Press, 1904)

Voci correlate

  • Matrice jacobiana
  • Matrice unimodulare
  • Metodo di eliminazione di Gauss
  • Permanente (matematica)
  • Polinomio caratteristico
  • Regola di Sarrus
  • Teorema di Laplace

Altri progetti

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  • Wikiversità contiene risorse sul determinante
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Collegamenti esterni

  • Determinante, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • Salvatore Pincherle, DETERMINANTI, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.
  • Determinante, in Dizionario delle scienze fisiche, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1996.
  • Determinante, in Enciclopedia della Matematica, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.
  • Determinante, in Dizionario di Economia e Finanza, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.
  • (EN) determinant, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  • (EN) Opere riguardanti Determinants, su Open Library, Internet Archive.
  • (EN) Eric W. Weisstein, Determinant, su MathWorld, Wolfram Research.
  • (EN) Determinant, su Encyclopaedia of Mathematics, Springer e European Mathematical Society.
  • (EN) Storia dell'uso delle matrici e dei determinanti su MacTutor
  • (IT) Calcolatrice per matrici e vettori online
  • (EN) WebApp to calculate determinants and descriptively solve systems of linear equations, su sole.ooz.ie. URL consultato il 19 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
  • (EN) Determinant Interactive Program and Tutorial, su people.revoledu.com.
  • (EN) Online Matrix Calculator, su matrixcalc.org.
  • Calcolatore dei determinanti della matrice, su physandmathsolutions.com.
  • (EN) Linear algebra: determinants. Archiviato il 4 dicembre 2008 in Internet Archive. Compute determinants of matrices up to order 6 using Laplace expansion you choose.
  • (EN) Matrices and Linear Algebra on the Earliest Uses Pages, su economics.soton.ac.uk.
  • (EN) Determinants explained in an easy fashion in the 4th chapter as a part of a Linear Algebra course., su algebra.math.ust.hk. URL consultato il 19 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2009).
  • (EN) Instructional Video on taking the determinant of an nxn matrix (Khan Academy), su khanexercises.appspot.com (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2010).

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